15 novembre 2009

GEMICARE, CIOÈ TRAPELARE LENTAMENTE

L’ Immunizzato, prima di uscire di casa, si guarda allo specchio. Si sistema i capelli, le spalle, le ginocchia e decide che è pronto a varcare la soglia: nudo.

È stato vaccinato ieri contro l’Influenza Umana e adesso non teme alcun contatto. È da parecchi mesi che, per la paura di contrarre il virus, non abbraccia nessuno. Ma oggi, forte del suo vaccino, pensa di aver trovato il coraggio di stringere a sé anche dei Perfetti Sconosciuti.

L’Immunizzato, mentre attraversa il Corso delle Cose, circumcirca A ORE DIECI, incrocia lo sguardo di una signora anziana, velato dalla cataratta e dal tulle di un cappello funereo. Istantaneamente capisce che sarà quella la prima destinataria del suo amore e in quell’intuizione spalanca le braccia.

La signora è distante da lui solo qualche metro e l’Immunizzato, guardandola, comincia la sua danza dell’abbraccio, facendosi sempre più vicino. Sempre più vicino a lei.

Sogna il momento del contatto, quando sentirà, dopo tanto tempo, l’odore di un’altra pelle – pur sotterrata da un cappotto di lana e naftalina. Quando avvertirà la consistenza di un corpo che si impone con il suo peso – per quanto quello dell’anziana sia un peso piuma.

Non si accorge neanche del buzzichio che gli cresce intorno, che si sviluppa lungo il Corso delle Cose come una colonia di germi sul fazzoletto di un raffreddato (un mormorio degno di un criticume, cioè di un’accozzaglia di critici spietati).

L’Immunizzato è ora davanti all’anziana, con le braccia aperte per stringerla al suo petto.

Ma una paralisi imprevista lo ferma nel suo slancio.

Lo separa dalla donna uno spazio vasto quanto un batterio, quanto un microbo di un innocente starnuto: l’Immunizzato, per quanto si sforzi, non riesce in alcun modo non solo ad abbracciare, ma neanche a sfiorare quell’anziana:

colpa del vaccino?

L’anziana, che indovina la sofferenza dell’Immunizzato, non indugia a portargli conforto: si sveste del suo cappotto e lo appoggia sulle spalle dell’Uomo. Infine si avvicina al suo orecchio e lo consola, sussurrandogli un colpo di tosse.

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