Il Campanile del Duomo sta per suonare le quattro del mattino: mancano pochi minuti al cambio dell’ora.
Davanti a lui, in Piazza San Passaggio, tra il silenzio dei dormienti, si sente solo la risata di una lattina:
è la Latta Matta che si esibisce in capriole, vuota e spensierata. Ad ogni colpo sul selciato si allontana sempre più dalla sua forma originaria, ma… più incontra il suolo, più cambia, e tanto più la Latta Matta diventa allegra.
Il Campanile la osserva e non proferisce parola. Sta zitto: non preferisce una parola ad un’altra, perché non sa scegliere che cosa dire davanti a una bellezza così esotica che non si può esprimere ad opinioni.
E pensare che,
fino ad un istante fa,
quel monolito rinascimentale ammirava solo i palazzi che raggiungevano la sua altezza (ma senza superarla). Stimava quelli in cui si poteva specchiare e rispecchiare ininterrottamente: in cui vedeva riflessa la sua centenaria staticità, “sintomo di fermezza e sani principi quattrocenteschi”.
Ora, nel guardare la Latta Matta, Il Campanile del Duomo sta rischiando addirittura di perdere il tempo e quando le lancette del suo orologio segnano le quattro, l’arrivo di una nuova era lo sorprende senza fargli paura:
per la prima volta – e non è una battuta – Il Campanile sente le sue campane.
Solo oggi non gli sembrano stonate: è in sintonia, se non con l’intero mondo, almeno con qualcuno di quel mondo così vasto. E dopo i quattro rintocchi (per l’emozione niente affatto cadenzati), il Campanile alza lo sguardo verso il cielo, ma
non cerca un dio: intona una preghiera
(La Latta Matta sul selciato continua il suo viaggio senza posa: si abbandona ad un tombino scoperchiato, il quale non fa scudo a quella profonda intrusione).
bellissima!ma che bei racconti!ma li scrivi x professione?
RispondiEliminagrazie, panina! (mi dà soddisfazione scrivere il tuo nome). ebbene sì: "professo" senza limiti di "ore" =)
RispondiEliminaBeh... come sospettavo mi hai lasciata senza parole... che bello... Grazie Alina! La mamma di Fede
RispondiElimina